Sono un sacerdote e mi chiamo Gianluca. Inizio questa mia testimonianza col dire grazie a Dio con tutto il cuore per avermi fatto il dono di vivere accanto a persone che mi hanno edificato nella fede rendendo gloria a Dio con le loro opere. Con grande gioia e semplicità desidero raccontarvi, nella verità, un episodio della vita di Marco, mio nipote, per testimoniare l’autenticità del suo cammino di vita cristiana. Prima di sottoporsi all’intervento chirurgico agli organi genitali per la presenza di un tumore, i medici gli avevano chiesto se desiderava conservare il suo liquido seminale per poter avere in futuro la possibilità di un figlio. In un momento di grande tribolazione e paura per il suo futuro, Marco stava per compiere una decisione importante: “compiere un atto fisico” per ottenere il liquido seminale per poi congelarlo e un domani utilizzarlo per l’inseminazione artificiale. Marco era un ragazzo che aveva sempre camminato nella fede fin da piccolo grazie all’esempio e all’insegnamento dei suoi cari genitori e amava il Signore con sincerità di cuore, nonostante le umane debolezze presenti in ciascuno di noi. L’esperienza di vita, costellata dalla perdita della cara mamma Rita, l’aveva condotto a una sempre più piena maturità umana e cristiana informata da una ferma volontà di cercare e vivere, con serenità e non senza difficoltà e sacrificio, la volontà di Dio. Desidero dire che vivere la volontà di Dio nella nostra quotidianità vuol significare “pienezza di vita vera”, “compimento vero e pieno del nostro essere creature”, apportatrice della vera gioia e della vera pace nell’attesa della vita eterna compimento della promessa di Dio ai suoi figli fedeli. Marco mi chiamò per telefono e mi raccontò la realtà che stava vivendo con le sue perplessità e le sue difficoltà. Dalle sue parole capii che Marco era un ragazzo che aveva conservato una purezza del corpo e dell’anima davvero esemplare fin da bambino. Gli spiegai che nel disegno di Dio la procreazione doveva seguire il suo corso naturale, senza la possibilità di far uso di determinate tecniche della scienza come il congelamento del liquido seminale e successivo utilizzo con l’inseminazione artificiale. La mia risposta fu accolta e compresa da Marco con grande serenità, lasciando nel mio cuore una profonda gioia. La fede di Marco in Dio in tutte queste difficili prove che stava vivendo non vacillava ma assumeva un’intensità sempre più luminosa fino a sentire dalle sue labbra le parole di Gesù sulla croce prima di morire: “Padre, nelle tue mani affido il mio spirito”.

don Gianluca Spagnuolo

Carissio Marco,
la prova di credo è dolorosa. Hai un momento di stanchezza fisica-mentale in logorio del dubbio. Non cedere alla sfiducia che Dio legge nel profondo per cambiare l’impossibile umano. Anche Gesù nell’orto del Getsemani ebbe un attimo di fragilità umana. Quando sembra tutto nero devi rafforzare fiducia e abbandono in Dio Padre, Protagonista della vita. Il silenzio di Dio è solo apparente. L’abbandono di Dio è solo una sensazione di sofferenza interiore che deve essere superata- combattuta con volontà decisionale. La Grazia si ottiene nel credo totale. Sono accanto a te maternamente, protesa verso il Padre nostro nell’adempimento della Sua volontà. Sono sintonizzata con la tua preghiera del cuore per accogliere il nuovo giorno con la gioia della speranza-certezza di un bene senza fine.

Franca (08/09/2009)

Carissimo Marco,
come faccio a non pensare che manchi moltissimo a me, a Valentina, a tutte le persone che ti hanno voluto bene e che attualmente ti vogliono bene? Ho sempre in mente il tuo sguardo, i tuoi occhioni belli che sembravano dire: siate misericordiosi e osservate la Legge di Dio perché così avrete una vita meravigliosa e piena di luce; non serve affannarsi per diventare persone diverse da quello che si è.

Tutte le persone che ti hanno conosciuto hanno visto in te una persona molto umile, disponibile a tutti, mai nervoso, sempre con un sorriso stampato sulle labbra e una parola di aiuto per chiunque, con l’invito ad affidarsi completamente alla Santissima Trinità perché Dio ha cura di noi. Marco, a noi terreni manchi moltissimo, ma siamo sicuri che Gesù si è arricchito di un altro diamante che dà un’ulteriore luce splendida e straordinaria nel Paradiso.

Ti vogliamo un mondo di bene!

Papà, Valentina e tutti i parenti, gli amici e conoscenti

Carissimo Marco,
quante volte mi sono chiesto perché non c'è una parola per indicare un genitore che perde un figlio.
Il figlio diventa orfano, il coniuge diventa vedovo, il genitore... niente!
Oggi ho capito perché: un figlio non muore mai per un genitore, vive per sempre nel suo cuore.

papà Carmine

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