Tante persone questa mattina erano presso la chiesa di San Francesco per l'ultimo saluto al giovane giornalista Marco Santamaria. Va via un ragazzo solare, una persona buona e gentile sempre pronta ad aiutare gli altri, nonché un valido e capace collega di lavoro. Scrivere di una persona che non c'è più è sempre difficile, non si riescono a trovare le parole giuste da dire e si teme di sbagliare. Quando poi a lasciarti è un ragazzo di 22 anni, un amico, un collega, che hai conosciuto ed imparato ad apprezzare per le sue capacità e per la sua grande professionalità "sul campo" di lavoro, lo è ancora di più. Marco Santamaria era una persona buona, gentile, sempre pronta a darti una mano nei momenti difficili. Le occasioni per incontrarci erano solo professionali allo stadio o alle conferenze stampa, ma nonostante tutto tra di noi era scattato, da subito, un buon rapporto di amicizia e di stima reciproca, che ci portava spesso e volentieri a confrontarci sul nostro "mondo" e sulle nostre aspirazioni. Raccontava Marco la sua volontà di voler fare, una volta conclusa l'Università, il giornalista sportivo (era un grande tifoso del Benevento Calcio, ma in generale era interessato a tutto quello che riguardava lo sport) e si sforzava di farlo al meglio delle sue capacità ed io lo ammiravo per questo e sono sicuro che ce l'avrebbe fatta, tanto era forte l'impegno. Marco poi aveva la capacità, almeno con me accadeva, di infondere sempre tranquillità, con quel suo sorriso, anche nei momenti più bui della sua breve vita. Ricordo che spesso gli confidavo le mie preoccupazioni per la nuova avventura del quotidiano on-line su cui oggi scrivo, un’avventura che stavo per intraprendere e per la quale non mi sentivo ancora pronto. Avevo ad esempio qualche timore nel gestire una mole di lavoro così grande, ma lui con poche parole, riusciva sempre a darmi la giusta serenità e ad invogliarmi ad andare avanti per la mia strada.   Oggi, caro Marco, fisicamente non ci sei più, ma sicuramente non è andato via il tuo ricordo che rimarrà sempre vivo nella mia memoria ed in tutti quelli che ti hanno conosciuto e voluto bene. Ai suoi funerali sono state tante le persone che hanno voluto presenziare. Presso la chiesa di San Francesco, al rito funebre di questo sfortunato ragazzo per stringersi intorno al padre Carmine, alla sorella Valentina ed alla fidanzata Carmen, c'erano amici, parenti, colleghi, rappresentanti politici e sportivi (presenti alcuni dirigenti e giocatori del Benevento Calcio) ed anche chi non lo conosceva affatto. Ad officiare la Santa Messa, è stato l'Arcivescovo, Mons. Andrea Mugione. Il Pastore, nell'omelia, ha voluto ricordare come Marco, qualche giorno prima di morire, aveva usato parole molto forti e toccanti: "Se il Signore mi salva è bene, altrimenti sia fatta la sua volontà". L'accettazione del dolore e della sofferenza, ha fatto capire Mons. Mugione, sono al centro del messaggio evangelico e sono la vera dote di ogni buon cristiano. L'arcivescovo ha poi continuato: "Marco è stato strappato dalla vita terrena da un male incurabile e inesorabile; è un dramma umano e straziante vedere tante persone affrante davanti alla bara. Niente potrà lenire la sofferenza e il dolore dei familiari e degli amici che gli volevano bene. Tutti speravano in un miracolo, nella gioia di un recupero, ma anche questa volta le nostre preghiere e la medicina sembra abbiano nuovamente fallito contro lo scandalo della morte. Eppure non è così. Il nostro Marco ha vissuto immerso nella fede in Dio, nell'amore verso gli altri. Era un ragazzo solare, appassionato del giornalismo sportivo e ora i familiari stanno soffrendo, ma non hanno più lacrime da piangere per il dolore e il Signore dovrà stringersi attorno a loro per dargli conforto". L’Arcivescovo si è quindi rivolto ai tanti ragazzi presenti in chiesa: "Continuate l'opera cristiana che aveva incominciato Marco seguendo le orme della mamma, Rita" (anche lei purtroppo vittima di un male incurabile tre anni fa). In questa atmosfera così dolente si è conclusa la cerimonia religiosa, al termine della quale sono stati letti i tanti messaggi dei suoi amici, soprattutto di quelli che avevano in comune con Marco il volontariato. Lo sfortunato giornalista è stato descritto come un ragazzo sincero, altruista, paziente, ma anche testardo nella sua determinazione a darsi agli altri. Marco era anche un tifoso, la sua grande passione era il Benevento Calcio. Il rappresentante dell'Associazione Volontari Ospedalieri ha ricordato come Marco avesse dedicato parte della sua vita ai malati con una dedizione incredibile: "Ora fa parte della schiera degli angeli e da lassù illuminerà la vita dei suoi cari". Una sua amica, impegnata anche lei nel mondo del volontariato, ha raccontato come Marco avrebbe tanto voluto vincere quest’ultima battaglia per poter accompagnarla nuovamente nelle sue missioni. Un ricordo di Marco è stato offerto da Padre Raffaele Di Muro, del Convento di San Francesco, il quale ha avuto la possibilità di conoscere più a fondo Marco e di vivere gli ultimi istanti della sua vita: "Mentre stavamo pregando il Santo Rosario, lui si è addormentato. Mi è sembrato di assistere alla morte di San Francesco d'Assisi. C'è stato questo volo in cielo. Lui ci ha insegnato l'amore per l'Eucarestia e per i Sacramenti e ora che non c'è più cerchiamo di non dimenticarle queste cose. E' un angelo di luce e di purezza".

Luca Pietronigro

Ho conosciuto questo ragazzo, un ometto già da bambino, un galantuomo da giovane. Ho pianto. Non sono credente, ma se esiste Dio, Marco non può che stare tra gli Angeli.

Giovanni

Anche se non ti conoscevo Marco, che Dio ti renda merito per quello che hai fatto in vita e, ora che hai smesso di soffrire, la terra ti sia lieve. Ciao.

Domenico Costanzo

Mi associo al dolore della famiglia e alle belle parole di Carlo Panella per questa grave perdita di un figlio del Sannio.

Giustino Melillo

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