Mi fa strano parlare di te, adesso che non ci sei più. Sarebbe stato più giusto poterti ancora guardare negli occhi, quegli occhi sinceri e puliti che ti rendevano unico. Quando ti ho conosciuto eravamo poco più che bambini, ma già allora mi accorsi di avere a che fare con una persona speciale, con valori enormi e tanta maturità già a quella età. Sono sicura che non incontrerò mai una persona più ricca dentro come te, Marco, con la tua forza, il tuo coraggio, ed è per questo che ti porterò sempre nel cuore e mai ti dimenticherò.

Azzurra

Di fronte a notizie come questa si resta di sasso incapaci persino di pensare. Siamo tutti pervasi da una tristezza senza fine.

Giuseppe Giangregorio

Caro e dolce Marco ti ho conosciuto attraverso le parole di mia madre e mi sei subito entrato nel cuore. La mia unica consolazione è che ora potrai riabbracciare la tua mamma. Un bacio, Marco.

Angela

Mi piace ricordare in sintesi quanto scrisse S. Agostino. Non soffriamo più di tanto per averlo perso, piuttosto ringraziamo il Signore per averlo avuto e amato. Non conoscevo il ragazzo, ma la perdita di un giovane è un dolore per tutti. Condoglianze ai parenti.

Rosa Coppola

Non ti conoscevo, non sapevo! Meraviglioso, bello, giovane, grazie del tuo esempio, grazie di avermi fatto crescere un po’ di più, grazie della tua conferma. Un bacio!

Alberto Buccirossi

Ti porterò sempre nel mio cuore. Ciao, piccolo grande uomo!

Clemente Giampiero

Non voleva vedere persone piangere accanto a sé. Lo aveva ripetuto spesso, anche negli ultimi giorni prima che la malattia, contro la quale combatteva da tempo, avesse il sopravvento. E’ stato forte fino alla fine, col sorriso sulle labbra, con la voglia di aiutare gli altri. A tutti sapeva dare sempre un consiglio utile e la spinta per affrontare le difficoltà della vita. Era così, Marco Santamaria. E per questo, nonostante si sforzasse di non far commuovere quanti, negli ultimi mesi, gli sono stati vicino, era impossibile trattenere l’emozione e le lacrime. E' successo anche stamattina, sui volti delle centinaia di persone che hanno partecipato ai suoi funerali si leggeva il profondo dolore per un dramma che ha sconvolto tutti, ma anche la serenità che necessariamente pervade l’animo, al dolce e struggente ricordo di Marco. Nessuna frase di circostanza, nessuna retorica: sentimenti veri e puri hanno preso il sopravvento nel corso del rito, officiato dall’Arcivescovo Mons. Andrea Mugione nella gremita chiesa di San Francesco, in Piazza Dogana. Marco è un esempio da seguire, hanno detto in tanti, un esempio di fede e di vita. Chi ha avuto la fortuna di conoscerlo sa perfettamente che è così. Marco c’era sempre, quando ne sentivi il bisogno. Lo hanno ricordato i suoi amici che hanno letto alcune toccanti lettere, in cui hanno raccontato aneddoti dei giorni trascorsi con lui. La sua bontà, la sua autoironia, le sue continue sorprese che facevano impallidire chi le riceveva, perché genuine e dettate dal cuore. Ma anche un coraggio, una forza di volontà, una fede cristiana fuori dal comune che lo avevano aiutato ad andare avanti, pochi anni fa, dopo la scomparsa della mamma Rita. Doti sottolineate dall’Arcivescovo nel corso della sua omelia e dai rappresentanti dell’AVO, l’associazione di volontariato dove Marco si era fatto apprezzare. Accanto ai familiari, c’erano anche colleghi giornalisti e tanti conoscenti che si sono stretti al papà Carmine, alla sorella Valentina e alla fidanzata Carmen. C’erano pure dirigenti e atleti del Benevento Calcio che negli anni hanno avuto modo di conoscerne le doti professionali e umane. Marco aveva una passione smisurata per la squadra della sua città che lo aveva condotto in maniera del tutto naturale sulla strada del giornalismo sportivo. Sono stato tra quelli che hanno cercato di insegnargli questo difficile mestiere. Era come un fratello minore, per me, nella famiglia de “Il Quaderno”, ben presto è diventato maggiore. C’è voluto poco, infatti, per capire che da Marco c’era solo da imparare. Era di una maturità disarmante per i suoi 22 anni, sempre puntuale e attento, nel lavoro come in tutto il resto che faceva. Un amico vero, prima che un valente e promettente collega. Un esempio da seguire, non un ricordo, ma una presenza che sarà sempre avvertita giorno dopo giorno, nel cuore e nella vita di ognuno di noi. Ciao, Marco.

Roberto Russo

Carissimi signor Santamaria e Valentina, certamente il vuoto lasciato da Marco nessuno potrà colmarlo e solo il Signore potrà dare un senso al vostro dolore, ma vorrei dirvi una cosa che forse Marco stesso avrebbe detto a tutti noi: ”Non piangete, perché io sono sempre con voi, sono un angelo di pace e un predicatore di verità, dal posto che Dio mi ha assegnato, senza che lo sapessi, perché possa continuare a servirlo e a pregare per voi”. Marco infatti ci ha lasciato un grande insegnamento: chi ama Dio, come lo ha amato lui, è un angelo che Dio ha scelto per guidarci su dal cielo. Chi potrà infatti dimenticare il suo sorriso, le sue parole di conforto, la sua gioia la mattina nell’incontro con l’Eucarestia? Chi la tenerezza con cui guardava il suo papà che lo accudiva con tutto l’amore possibile e soprattutto i suoi occhi che brillavano quando guardava la sua foto sul telefonino fatta alla festa di Valentina? Anche quando parlava della sua malattia, il suo volto era sereno e pensando a quella di Daniela, ci insegnava che se la vita è un dono di Dio è alla sua volontà che bisogna affidarla! Il suo messaggio di Pasqua è stato questo: ”La luce del Risorto illumini sempre la nostra vita soprattutto nelle difficoltà, con affetto, Marco”. E sicuramente ora lui contemplerà quel Risorto continuandoci a dire di non temere, di seguire Gesù anche nella sofferenza,come ha fatto lui, per aver parte alla sua gloria. Il ricordo di Marco avrà sempre un posto nel nostro cuore e lui sarà vivo in mezzo a noi con la sua gioia e la sua preghiera! Il Signore vi sia vicino in questo momento e vi doni il conforto che nessuna parola può darvi!

Clementina

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