Pensando a Marco penso subito che se n’è andato uno di noi. Ci siamo conosciuti al liceo, festeggiavamo il compleanno lo stesso giorno, quindi ho sempre rivolto un pensiero a lui quando compivo gli anni e continuerò a farlo. A scuola era sempre molto diligente e preciso, ma oltre all’esperienza scolastica, io l’ho conosciuto anche in occasione del M.S.A.C. (Movimento Studentesco Azione Cattolica). In lui c’era molta forza di volontà (altrimenti non avrebbe superato le tante difficoltà della sua vita) e tanto ottimismo. Ricordo che eravamo quattro gatti, ma lui, testardo (lo era), credeva che potevamo crescere e risvegliare gli animi studenteschi avvicinandoli alla Parola di Dio. In realtà, poi, e purtroppo, non è stato così. Mi dispiace non aver conosciuto l’altro Marco, il Marco volontario, il Marco giornalista, il Marco innamorato. Negli anni dopo il liceo ci siamo persi di vista ed ora sentire tutte le testimonianze di persone che hanno avuto a che fare con lui in qualsiasi modo è davvero toccante, insomma, fa un certo effetto e sicuramente, mi fa riflettere e pensare che la vita è un dono ed è giusto impiegarla nel migliore dei modi, proprio come ha fatto lui. L’altro giorno ho assistito alla cerimonia di intitolazione della sala stampa dello stadio a Marco. E’ un grande gesto e penso che racchiuda in sé un grande significato. Lui non è scomparso, ma grazie al suo operato verrà ricordato per sempre da tutti coloro che l’hanno conosciuto, ma anche da chi ne ha solo sentito parlare…ed è questo a rendere eterna una persona, nient’altro… Ciao, Marco!

Anna

Marco caro, ti scrivo come se tu potessi leggere questa mia lettera: io sento che in qualche maniera accade… E’ così facile provare affetto per te, volerti bene, anche solo per aver sentito parlare di te. Capita a tanti, sai? Io non so bene perché le nostre vite, che si sono sfiorate qualche volta, non si siano incontrate ed intrecciate di più, e questo lascia dentro me un malinconico rimpianto, come per tutte le parole che non diciamo, per tutti i gesti che non compiamo nel tempo della nostra vita. E’ che, comunque, dal tuo ultimo giorno su questa terra, in cui tu mi hai come guardato attraverso i tuoi occhi aperti, è esplosa in me la sensazione di essere profondamente amici, un’inspiegabile familiarità di te mi accompagna, anche quando sono tentato di pensare che sia una mia suggestione, perché non posso ascoltare la tua voce che mi risponde. Ora un’intima commozione mi prende ogni volta che la mia mente ed il mio cuore volano verso il ricordo vivo di te. Ed è come un dono inatteso, immeritato, che fanno compagnia al mio cammino di uomo e di prete. Per questo, tu lo sai già, ti ho scelto subito come “angelo custode” del mio sacerdozio. Perché conoscerti fa nascere desideri di purezza; perché dalla tua vita emergono racconti così luminosi che è impossibile non sentire simpatia per te, quella sintonia interiore con te, che in passato ho avvertito pur a distanza e che soltanto ora comprendo meglio. Marco, ti somiglio soltanto nel nome… Ma vorrei somigliarti nella semplicità della tua vita, così ordinaria nei giorni vissuti con umiltà in mezzo alle complicatezze di un mondo di persone che faticano ad essere trasparenti, nella tua allegria di ragazzo con i sogni di uomo che cresce e progetta con entusiasmo la sua esistenza, nella sfegatata passione per la tua squadra del cuore… Vorrei somigliarti nella forza del tuo spirito, che ti ha guidato in tutte le pagine della tua esistenza terrena, attraverso prove più grandi della tua età, donandoti coraggio e fierezza, mai staccati dal tuo originale sorridere a chiunque incrociasse il tuo sguardo…. Vorrei somigliarti nella bellezza della luce della tua fede in Dio, così radicata, così semplice. Una fede carica di amore verso gli altri che ha plasmato sempre più i tuoi giorni terreni fino a trasformarti in un esempio splendente e straordinario, che sorpassa quello di molti di noi… Caro Marco, tanti soffrono il vuoto della tua presenza fisica, del suono simpatico della tua voce, del colore della tua voglia di vivere. In particolare, la cerchia dei tuoi affetti più cari. Allora, chiedi al tuo Signore il dono dello Spirito di consolazione e di fortezza per papà Carmine. Consegna all’abbraccio caldo di Gesù Signore tutti i pensieri che porta dentro, le domande che qualche volta possono trasformarsi in tormento, le differenti emozioni che ogni minuto lo abitano, la sua solitudine che talora niente e nessuno può colmare. Chiedi al tuo Signore il dono dello Spirito di consolazione e di fortezza per tua sorella Valentina, che nella sua giovanissima età sta vivendo grandi prove, pesanti per chiunque, inimmaginabili per chi, come lei, si affaccia sempre più alla vita. La sua tristezza intima, nascosta con coraggio dai suoi sorrisi, sia accarezzata dalla memoria tenera di te. Chiedi al tuo Signore il dono dello Spirito di consolazione e di fortezza per la tua Carmen dagli “occhi dolci”, come hai scritto tu, che con te ha tirato su il progetto di una storia di amore bella, spaziosa, limpida, come è raro trovarne quaggiù. Tutto l’affetto che vi ha legati finora, in una forma nuova, possa continuare ad alimentare un sentimento eterno tra voi due. Mio caro Marco, si resta ammirati della ricchezza di umanità che la vita ha messo nelle tue mani, ma sgomenti per quanto è stata dura con te. Sai, c’è, però, un pensiero forte che guida e dona una speranza certa: in fondo, percorriamo ancora tutti insieme la stessa strada. Stiamo andando tutti verso la pienezza della Verità e dell’Amore. Solo che tu, come la tua mamma, hai accelerato il passo, stai correndo più avanti di noi! Quando ci incontreremo, nei cieli nuovi e nella terra nuova (Ap 21,1), allora si compirà una gioia senza confini che si riverserà nei cuori di quanti ti vogliono bene, per sempre.

don Marco

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