Marco, un ragazzo che amava la vita. Cinque mesi fa la famiglia dell’AVO perdeva un suo giovane esponente che si era fatto valere per le sue qualità umane e spirituali. Un ragazzo educato e rispettoso con adulti ed anziani, gioviale, allegro, ironico, coinvolgente con i giovani, capace di relazionarsi con entusiasmo in vari ambiti: studio, giornalismo, televisione, sport, volontariato, chiesa, con un perenne sorriso sempre stampato sulle labbra. L’ho conosciuto fin dalla sua tenera età, quando la mamma lo conduceva, insieme alla sorellina, nel Duomo di Benevento. Mi aveva colpito la serenità con la quale ascoltava e partecipava come un adulto alla celebrazione eucaristica. All’occasione partecipava, sempre con gli stessi sentimenti, anche alle riunioni dei volontari AVO, associazione in cui militava la mamma Rita, che ricorderò sempre per la sua disponibilità, umiltà e senso di responsabilità. Marco ha assorbito e fatte sue tutte le qualità della sua amatissima mamma. All’età di 18 anni è entrato a far parte anche lui della grande famiglia del volontariato ospedaliero; lo rivedo orgoglioso nel suo camice bianco, aggirarsi al mio fianco nella corsia di medicina generale dell’ospedale “Fatebenefratelli” inducendo “qualcuno” a pensare e a sperare che un giorno entrasse in seminario per prendere i voti. Ma Marco aveva ben altri progetti in mente per il suo futuro e per raggiungerli studiava e si formava con assiduità e rapidità; voleva e doveva diventare un giornalista, preferibilmente sportivo, perché tifosissimo della squadra del Benevento Calcio. In breve tempo ha acquisito il “brevetto” coronando il suo grande sogno. È stato un momento felicissimo della sua breve vita. Ho condiviso con lui questa gioia, ma anche una forte delusione…il voto della maturità linguistica. Aveva fatto un ottimo esame e si aspettava il massimo dei voti. Nel vedere i quadri rimase scioccato, 99/100. Alla richiesta di spiegazione gli fu risposto che, poiché era “troppo” un bravo ragazzo, si sarebbe trovato molto male nella vita futura, e quel punto in meno glielo doveva ricordare! Che amarezza provò allora, non ci poteva pensare. Avrei tanto da raccontare su Marco, ma mi fermo e concludo interpretando i sentimenti di tutti gli amici volontari, ci manca la sua presenza, abbiamo nostalgia del suo sorriso, lo ricorderemo sempre come una persona speciale che abbiamo avuto la fortuna di conoscere ed amare.

Gianna

Marco era un bravo studente, attento, serio, desideroso di migliorare continuamente. A 13 anni già dimostrava una responsabilità non comune, per un ragazzo della sua età. Certo, allora si trattava “soltanto” di interrogazioni e esercizi di grammatica francese, ma credo che Marco già gettasse le premesse per quelle straordinarie dimostrazioni di responsabilità sociale, umanità, solidarietà di cui ci avrebbe fatto dono anni più tardi.

Rosalba Russo

Ricordo le partite alla play station ed i nostri discorsi sul calcio. Due fedi diverse unite però dagli stessi colori: il giallo e il rosso. Ciao, Marco!

Emanuele

A te, Marco, che non sei mai riuscito a chiamarmi per nome per il grande rispetto che provavi per chiunque ti stava vicino; a te, che eri giovane e hai saputo testimoniare ai grandi l’amore di Dio come si addice agli uomini di grande esperienza di vita; a te, che hai saputo donare la tua vita a Dio perché sapevi di appartenergli; a te, che nei momenti della prova ci hai insegnato che solo chi si affida a Dio e fa la Sua volontà non resta deluso. Un solo pensiero: grazie per essere stato un testimone della grandezza di Dio e uno strumento nelle sue mani. Infine una lode a Dio per averci donato un angelo che ora ci guida e ci guarda dal cielo.

La signora

Caro Marco, quel poco che ti ho conosciuto mi è bastato per capire che tu su questa terra eri un angelo troppo perfetto. Dio ti ha chiamato così presto perché tu per Lui sei prezioso e sicuramente una delle missioni che ti ha affidato è quella di starci vicino come un angelo custode, perché è proprio quello che sento. La tua vicinanza giornaliera è come se pensandoti tu mi dessi calma, tranquillità e protezione. Grazie, Marco, per quello che eri e continui ad essere.

Roberta

Marco è stato e continua ad essere per me un grande esempio di fede, oltre che un prezioso amico. È proprio grazie a lui che ho riscoperto il mio amore per Dio, che ho cominciato a percorrere nuovamente il cammino della fede. È Marco che mi ha insegnato l’importanza dell’Eucarestia, che nel momento del dolore mi ha offerto e mi sta offrendo grande conforto. È nella comunione con Dio, infatti, che sento Marco più vicino e questa profonda consolazione non avrei mai potuto comprenderla senza conoscere un esempio di fede così credibile. Grazie, Marco, per il dono che attraverso di te ho ricevuto!

Anna

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